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SORORE, IL FASCINO DEL RETRO’ RIVISITATO ARTIGIANALMENTE. Intervista esclusiva a Davide De Cicco, Amministratore Delegato di Sorore

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Sorore, società aretina, nasce con il desiderio di rilanciare marchi degli anni ’80, ormai dimenticati, avvalendosi del supporto di laboratori artigianali. Come primo passo l’azienda, segnalata attraverso la nostra Survey come finalista della seconda edizione del Premio Internazionale Le Fonti del prossimo 28 giugno, ha rilevato il marchio El Campero, rilanciandolo sul mercato rinnovandolo, ma senza trascurare l’immagine che lo ha reso glamour. Dopo aver consolidato il mercato in Cina, in Giappone e in Corea, ora la società punta a Brasile e Russia.

Ne abbiamo parlato  con Davide De Cicco, Amministratore Delegato di Sorore.

Sorore guida l’azienda El Campero. Qual è la vostra mission?

La qualità, il ritorno al prodotto vero, corretto e duraturo, senza rinunciare allo stile identificativo e alla moda. Abbiamo intenzione di valorizzare le eccellenze del passato e del presente, con politiche attente e aperture a collaborazioni. Siamo convinti che per vincere dobbiamo essere una squadra, dai nostri conciatori di fiducia fino a chi indossa El Campero, con gli stessi obiettivi: design, qualità e confort al servizio del nostro stivale. Il nostro motto è  “This boots are made for walking”.

Il 2012 sarà un anno di grandi operazione tra i pesi medi dell’economia italiana. Molte pmi utilizzeranno le fusioni per recuperare volumi produttivi oltre alla capacità di investimento. È vero che anche voi siete in trattativa per rilevare altre aziende?

Si, stiamo valutando altre acquisizioni che permettano di aumentare i volumi produttivi e il mantenimento di standard qualitativi adeguati alla Nostra azienda madre. Non ci possiamo dimenticare che la crescita passa comunque dal mercato, e oggi le acquisizioni possono essere anche sinergie, riduzione dei centri di costo, condivisione del Know How e distribuzione più intelligente.

Il presidente dell’Abi Toscana ha di recente dichiarato che “è difficile, e ingiusto, chiederci di sostenere imprese che non hanno o non possono avere futuro.” Lei come vede la questione dell’accesso al credito?

Non credo che ci siano imprese ” senza futuro “, indubbiamente dovranno cambiare radicalmente aziende e imprenditori. Associazioni, Stato e Banche sicuramente hanno un ruolo importante nel rinnovamento della Nostra economia, che oggi ha mostrato tutti i suoi lati deboli. La reazione non è chiudere il credito, ma dedicarlo a ricerca, sviluppo e innovazione, soprattutto dove il mercato ha imposto profondi cambiamenti di pensiero. Le difficoltà di accesso al credito sono reali, e credo che senza interventi radicali sono destinate a inasprirsi. Io personalmente sto iniziando a pensare che potrebbe aver senso far decidere direttamente al risparmiatore quale azienda finanziare, sulla base di idee e prospettive che l’imprenditore saprà esprimere.  Oggi leggiamo un prospetto informativo di una grande casa d’investimento, perché domani non potremmo leggere un prospetto di una Pmi del territorio? Questo passa dalla semplificazione e dalla standardizzazione di alcuni principi economico-contabili- finanziari, ma chi dice che non ci possa essere chi vuole investire nell’azienda sotto casa o nell’imprenditore in cui ha fiducia…Credo che anche nel credito, come nell’economia si debba ritornare al “vero”, basta finanza creativa e aziende che vivono di speculazione pura.

continua

http://www.finanzaediritto.it/articoli/sorore-il-fascino-del-retro%E2%80%99-rivisitato-artigianalmente-intervista-esclusiva-a-davide-de-cicco-amministratore-delegato-di-sorore-11011.html


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